Cosa significa D.S.A.

L’Acronimo DSA viene utilizzato per indicare il Disturbo Specifico dell’Apprendimento e comprende:

dislessia (difficoltà di lettura)
disgrafia (scrittura incompresibile)
discalculia (difficoltà con numeri e calcoli)
disortografia (incapacità di scrivere senza errori)

IL DSA ha un’origine neurobiologica e non si accompagna a deficit intellettivo. Le persone con DSA hanno un QI (quoziente intellettivo) nella norma, anzi, spesso superiore alla media.
In genere il disturbo si manifesta nel momento in cui il bambino impara a leggere e a scrivere, anche se esso era presente anche in precedenza, senza che fosse stato rilevato, poiché esso non da in genere altri segnali utili per la sua identificazione.

I segnali più frequenti che devono far pensare alla possibilità della presenza di un DSA fanno la loro comparsa già nei primi anni di scuola:

errori caratteristici nella lettura e nella scrittura, come l’inversione di lettere, sillabe o numeri e/o la sostituzione di lettere con altre di suono affine (m/n, d/b, v/f), omissione di vocali;
mostra una insolita difficoltà ad imparare le tabelline e alcune sequenze come le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno, ecc.
confonde facilmente alcuni rapporti spaziali e temporali: destra/sinistra, ieri/domani, mesi e giorni;
difficoltà ad esprimere verbalmente il proprio pensiero.

COSA FARE SE C’E’ UN SOSPETTO
Nel momento in cui un genitore o un insegnante sospetta di trovarsi davanti ad un caso di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento, deve preoccuparsi di far sottoporre al più presto il bambino a una diagnosi accurata, compiuta da specialisti (neuropsichiatra infantile, foniatra, psicologo), sulla base di test specifici.
Più precoce è l’intervento rieducativo è più esso risulta efficace.

STATISTICHE
Secondo alcune statistiche, circa il 4% della popolazione presenta un DSA. Tuttavia, l’incidenza dei casi appare molto maggiore in quei paesi che hanno un sistema di scrittura più complesso o irregolare, come quelli di lingua inglese. Nei bambini italiani in età scolare la percentuale dei casi riscontrata è intorno al 4-5% (circa 1.500.000), mentre in quelli statunitensi arriva a superare l’8-10%. Si potrebbe anche ipotizzare che nei paesi che utilizzano lingue trasparenti, come l’italiano, una parte dei casi non venga rilevata.